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Carlo Petrini, gastronomo rivoluzionario

Carlo Petrini, gastronomo rivoluzionario

Le comunità sono il modello da seguire per decolonizzare una volta per tutte il nostro pensiero, per restituirci la capacità di pensare a un modo differente di convivere, per riabituarci a sognare un altro mondo possibile.

Terrafutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale, Giunti-Slow Food Editore, 2020

Carlo, detto Carlin, Petrini, secondo Michele Serra è “uno dei pochi leader mondiali che abbiamo in questo Paese”. Insieme a lui cercheremo di capire come prenderci cura del Pianeta, mettendo il cibo – la biodiversità, le comunità, le filiere  – al centro della nostra visione di futuro: lo abbiamo invitato ad aprire il primo capitolo del Grande Trasloco, Nutrire.

Gastronomo, giornalista e scrittore, nato a Bra (Cuneo) nel 1949, a Michele Serra in un’intervista del 2004 (Feltrinelli) racconta:

“La mia levatrice si chiamava Gola, madama Gola, e dunque, in fondo, non ho fatto altro che dare retta al destino”.

Studente di sociologia a Trento, da sempre impegnato nel sociale, inizia a scrivere di enogastronomia nel 1977, collaborando con i principali giornali italiani e contribuendo a fondare il Gambero Rosso, allora un inserto mensile del Manifesto.

Il 9 dicembre 1989 fonda Slow Food. L’associazione è “un’utopia possibile” che valorizza la cultura, la buona tavola, il territorio e invoca il diritto al piacere e alla lentezza. Un movimento internazionale che promuove l’enogastronomia di qualità e l’agricoltura contadina, sostenibile per le persone e per il Pianeta.

Cultore di una nuova filosofia del cibo, Petrini ha ideato iniziative come il Salone del Gusto e Terra Madre, una rete fisica che raccoglie le “comunità del cibo” di 160 paesi “che in tutto il mondo si impegnano per dare il via a un nuovo paradigma che pone produttori, consumatori e prodotti al centro di un sistema che sfugge le logiche del profitto.” Nasce da una sua idea anche la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo, che ha sede a Pollenzo (CN), vicino a Bra: è lì, nel suo ufficio, che lo incontreremo.

Quelli di Petrini sono sempre progetti visionari, sostenuti da una solida riflessione culturale, dal carisma e dal pragmatismo del loro ideatore. Impossibile oggi parlare di futuro del cibo senza pensare a lui, che è riuscito nell’ardua impresa di rimettere al centro dell’attenzione pubblica la gastronomia, raccontando le infinite connessioni esistenti tra la tavola e la nostra vita.


“L’uomo in quanto si nutre è cultura: la gastronomia è cultura. La scelta è diritto dell’uomo: la gastronomia è liberta di scelta. Il piacere è un diritto di tutti e in quanto tale deve essere il più responsabile possibile: la gastronomia è un fatto costruttivo, non distruttivo. La conoscenza è un diritto di tutti, ma anche un dovere: la gastronomia è educazione.”

Buono, Pulito e Giusto. Principi di una nuova gastronomia (Slow Food Editore, 2005)

Per seguire l’incontro con Carlo Petrini, collegati mercoledì 10 marzo, alle ore 18, qui sul nostro sito.


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