Il lavoro artigiano è il lavoro del futuro. Ne è convinto Pasquale Polito, geografo per formazione e fondatore di Forno Brisa, a Bologna.
Secondo Polito, che al “modello artigiano” ha ispirato la sua impresa, nata alla fine del 2015, sono cinque le dimensioni dell’artigianato. Per essere artigiani, nel XXI secolo, sono necessari la conoscenza diretta di tutta la filiera in cui si opera, la ricerca di un miglioramento continuo, la capacità di unire mani e testa, pensiero ed azione, la ricerca di una soddisfazione per il proprio lavoro (che può produrre qualcosa di bello e non solo di funzionale) e la gioia della concorrenza, cioè la capacità di con-correre, correre insieme agli altri, alla ricerca continua di un confronto con i colleghi che stimoli l’innovazione e il miglioramento.
Se definito così, il lavoro artigiano non dipende dalle dimensioni aziendali: come insegna l’esempio di Forno Brisa, che in sei anni ha aperto 4 negozi nella città di Bologna e creato due nuove filiere legate alla trasformazione di caffè e cacao, non necessariamente piccolo è bello, perché la realtà è più complessa.
Se “lavoro artigiano” significa “lavoro fatto a regola d’arte“, questo guarda al futuro e non rappresenta il ritorno a un passato idealizzato, come racconta il professor Richard Sennet nel libro “L’uomo artigiano” (Feltrinelli).
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