Estate: voglia di mare. Se è così, mentre si sta in spiaggia si può cogliere l’occasione per conoscerlo un po’ meglio e dare una mano a renderlo più pulito.
Mariasole Bianco, biologa marina, fondatrice e presidente di Worldrise (onlus ideata da giovani professionisti che sviluppa progetti di conservazione e valorizzazione dell’ambiente marino) ha due consigli. Il primo è di prendere maschera e pinne e curiosare un po’ nelle “praterie” di Posidonia. “Molti pensano sia un’alga, è invece una pianta -spiega-. E possiamo considerarla un po’ come l’asilo nido del mare. Tra le sue foglie trovano riparano molti animali nelle loro prime fase di vita ed è così possibile incontrare cavallucci marini, piccoli polpi e tanti pesci”.
Il secondo è quello di raccogliere la plastica in cui ci si imbatte ogni volta che si mette piede su una spiaggia. “Io lo faccio sempre -racconta- C’è chi rimane indifferente, ma molti altri non solo mi ringraziano, ma iniziano a raccoglierla a loro volta”.

Il mare va conosciuto, amato, protetto, valorizzato è il messaggio di Mariasole Bianco, che abbiamo già incontrato nell’edizione on line di Fa’ la cosa giusta! nel novembre 2020. E con Worldrise ha lanciato il progetto “30 per 30”. Obiettivo: arrivare a proteggere almeno il 30% dei mari italiani entro il 2030 attraverso l’istituzione di Aree Marine Protette.
Attualmente le aree marine protette coprono appena l’1% dei nostri mari. Con i siti Natura2000, istituiti sulla base della direttiva europea Habitat, arriviamo a coprire il 19%. C’è insomma ancora molta strada da fare.
Le aree marine protette possono essere un’occasione preziosa per tutelare la biodiversità dei nostri mari, ma anche per valorizzare dal punto di vista economico e turistico vaste zone del nostro Paese. “Per ogni euro investito per creare un’area marina protetta, se ne generano 92 per la comunità che vive in quel territorio. Anche la pesca ne trae beneficio”.

Sul sito 30×30.it è possibile firmare la petizione che chiede alle istituzioni italiane la creazione di queste aree marine. “La nostra vita dipende dai mari e dagli oceani” aggiunge Mariasole.
La lotta al riscaldamento climatico passa anche e soprattutto attraverso la tutela del mare, visto che genera il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe circa il 25% dell’anidride carbonica trattenuta nell’atmosfera dai gas serra.
Mariasole nell’estate del 2021 è stata alle Canarie e alla Azzorre per realizzare due documentari.
Alle Canarie ho conosciuto una comunità di pescatori che 25 anni fa ha costituito una riserva marina su una delle isole. Una scelta lungimirante, che sta dando ottimi risultati sia per la pesca che per l’economia generale -racconta-. Alle Azzorre c’è un centro di ricerca straordinario sulla biodiversità con scienziati bravissimi. È la conferma che il primo passo per difendere gli oceani e i mari è quello di conoscerli meglio.
Foto dalla pagina Facebook di Mariasole Bianco.