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Una sfida on the road: bando per la concessione di 100 case cantoniere

Una sfida on the road: bando per la concessione di 100 case cantoniere

Con quel loro colore “rosso pompeiano”, spesso posizionate su strade ormai poco trafficate, hanno un loro fascino. Le case cantoniere, ce ne sono 1.244 in Italia, la metà in disuso, evocano viaggi, luoghi da scoprire, persone e storie da conoscere, una vita on the road, insomma.

E oggi, però, anche nuove sfide, visto che l’Anas, che è la proprietaria di questi edifici, ha deciso di darne in concessione ben 100. Si potrà trasformale in alberghi, ristoranti, punti ristoro, luoghi di aggregazione, ostelli, sedi di associazioni…

E dove si trovano? Di quelle messe a bando ce ne sono trenta in Sardegna, dodici in Lombardia, dieci in Abruzzo, sette in Toscana e nel Lazio, cinque rispettivamente in Puglia, Emilia Romagna, Calabria e Piemonte, tre in Valle d’Aosta e in Sicilia. Infine chiudono la lista, Marche, Campania e Veneto con due e Liguria ed Umbria con una ciascuna.

Il bando (scade il 15 giugno) prevede che gli assegnatari dovranno accollarsi le spese di ristrutturazione (si va da 75mila euro a 1,5 milioni, dipende ovviamente da dimensione e condizioni in cui versa l’immobile) e dovranno pagare un canone mensile che (in base alla tabella 1b del bando), arriverà al massimo a mille euro al mese. La concessione dura 20 anni. La ristrutturazione dovrà conservazione i manufatti originari. Dovranno essere utilizzati materiali compatibili con l’ambiente e con l’architettura storica, e colori coerenti con i caratteri paesaggistici del luogo, garantendo il permanere del colore “rosso pompeiano” (codificato dal Ministero dei beni culturali con un codice ben preciso, il Ral 3001), della targa con l’indicazione della Strada Statale e della chilometrica e dello stemma identificativo di Anas.

Nell’autunno scorso l’Anas, inoltre, aveva lanciato una call per sondare l’interesse di cittadini, imprese, cooperative e associazioni ad avviare progetti di riuso delle case cantoniere. E sono arrivati più di cento progetti. Ora è stato emanato il bando, al quale ovviamente chiunque potrà partecipare. Chi dunque ha idee concrete e sogni da realizzare può farsi avanti.

C’è chi in questi anni si è già cimentato in progetti di riuso delle Case cantoniere. L’Anas ha già dato in concessione a Comuni e Regioni molti edifici. E poi gli enti locali li hanno affidati ad associazioni o cooperative sociali. Come la Regione Lazio, che negli ultimi tre anni ne ha assegnate 37 e ora sono utilizzate per scopo sociali, culturali o per offrire servizi di pubblica utilità. A Montefiascone, la Casa cantoniera sulla via Cassia, al Km 94 + 170, è stata presa in gestione da Tuscia Events, associazione nata nel 2015 dall’idea di tre donne, Stefania, Vanessa e Simona, per organizzare sul territorio iniziative culturali e di solidarietà.

Per ora siamo riusciti a ristrutturare il piano terra dalla Casa cantoniera. Prima del Covid-19, ci organizzavano corsi di formazione per rifugiati, incontri culturali. Abbiamo avviato anche un orto, con la collaborazione di tanti volontari di ogni età.

Stefania Capati, presidente di Tuscia Events

L’obiettivo è di avviarci anche un’Osteria e corsi di cucina.

Se ci spostiamo più a nord, al passo della Cisa in Emilia Romagna, troviamo due case cantoniere trasformate in ostelli. Il primo a Cassio e il secondo a Berceto a un paio di chilometri sotto il passo vero e proprio. Per dieci anni sono stati gestiti dalla Cooperativa forestale della Cisa. Sono lungo la via Francigena e hanno ospitato quindi soprattutto pellegrini. Con il covid-19 hanno dovuto tenere chiusi gli ostelli, dato che hanno camerate e bagni in comune.

Ora abbiamo deciso di non rinnovare i contratti di affitto, perché purtroppo i conti non tornano. I costi sono più dei ricavi. È stata una bellissima esperienza, con alcuni pellegrini della via Francigena siamo ancora in contatto. Ma alla fine abbiamo registrato un numero troppo basso di pernottamenti per i quali incassavamo troppo poco, 16 euro a notte e 30 euro con la mezza pensione. Del resto non si può chiedere di più a un pellegrino.

Fausto Squeri

Storia chiusa dunque? Non è detto. Certo è che le buone idee hanno bisogno di gambe robuste, che vanno aiutate.

Queste due case cantoniere hanno una struttura bellissima. C’è però bisogno di un aiuto da parte degli enti pubblici per tenerli aperti e vivi. Ci sono costi fissi, dall’affitto alla bollette della luce, che non possono essere a carico solo dei gestori.

Caterina Laurenti

La “casa” sarà il tema del nostro incontro con Fabrizio Barca, coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità. Mercoledì 21 aprile, alle ore 19, lo incontreremo in diretta live qui sul nostro sito e insieme capiremo quale nuovo significato ha assunto la parola casa e perché renderla un diritto per tutti, dai giovani agli immigrati, può cambiare non solo una vita, ma il futuro di tutto il paese.


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